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Galgano su Rita Pacilio

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La venatura della viola di Rita Pacilio (Ladolfi, 2019)

La poesia di Rita Pacilio nasce da una cromatura di anima. Lo si capisce dal respiro dei punti dei piedi soldati, lo si afferra dall’aria sparpagliata, lo si vede nella impazienza del tempo che è di amore e di attesa. Ma questa cromatura che contiene spessori cavi e scabri, dai quali l’anima-corpo tenta scampo, così come dal dolore che sbatte i portoni, dalle parole che gravitano come mondi e ritraggono frantumi di mondi senza voce e da spirali di soffitti e inseguimenti, vive sempre una costruzione umida che gonfia le palpebre e cerca il punto dove arde la notte e riposo per trovare quel che Luzi, chiamava, «battesimo dei nostri frammenti». La povertà delle cose, presente in La venatura delle viola, è sì profumo balbettato, parola adornata tra capelli scombinati, voce barbara e linea dritta di ricordo, ma è, soprattutto, vita che dice, agglutinazione di bellezza riunita e fecondità ricoperta da un fiore che rappresenta la sospensione di mythose λόγος. Esistono, è vero, raspature, incrinature ma permane, in questa violacea bellezza, una redenzione non conclusa, che impedisce alla poesia di divenire periferia. Lo splendore della viola, la sua accensione di orizzonti, la cromatura intatta entrano, dunque, in ciò che G.M.Hopkins chiamava «la freschezza più cara», dove dimora un gesto sorgivo e ultimo che vive in fondo alle cose. (Andrea Galgano)



Come noi, i pomeriggi di marzo assottigliano
continuiamo a non saperci dire che ci amiamo.
Nessuno, te compreso, ha visto in controluce
la combinazione per consolare le cellule perse
tra un atto e l’aria blu. Le parole, una dopo l’altra
mentre spaiamo calzini e prudenti teorie.
Se unissimo i punti
troveremmo l’infinito lasciato incompiuto
il bacio a tradurre il reale e l’altra faccia.


Quella venatura della viola
è già compiuta nella tonalità
il batticuore che guarda in alto
guizzo estremo e gentile
senza disperazione.
Sapevamo di essere sorretti
dal mutismo delle cose
per questo è possibile dilatare la retina
abbandonarci alle strisce della penombra
sperare di non cadere presto.


Bisogna distendersi fronte a terra e annusare
l’esalazione dell’esistenza intera
poi metterci di lato per dissotterrare l’infinito
quel paesaggio troncato nel pendio
addentarne la caduta.
Bisogna fissare l’ago della bilancia
la luce dei papaveri allungata contro l’oscurità
imparando a trattenere il mondo
sotto le scarpe.


Rita Pacilio (Benevento 1963) è poeta, scrittrice, collaboratrice editoriale, sociologa, mediatrice familiare, si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di saggistica, di letteratura per l’infanzia e di vocal jazz. Curatrice di lavori antologici, editing, lettura/valutazione testi poetici e brevi saggi, dirige per La Vita Felice la sezione ‘Opera prima’. Direttrice del marchio Editoriale RPlibriè Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. Ha ideato e coordina il Festival della Poesia nella Cortesia di San Giorgio del Sannio.
Sue recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra (La Vita Felice 2012) risultato vincitore di numerosi Premi, tra cui Laurentum 2013, è stato tradotto in francese Les imparfaits sont des gens bizarres, (L’Harmattan, 2016 Traduction en français par Giovanni Dotoli et Françoise Lenoir) e per Uet Tunisi la traduzione in lingua araba (a cura del Prof. Othman Ben Taleb)Quel grido raggrumato (La Vita Felice 2014), Il suono per obbedienza – poesie sul jazz (Marco Saya Edizioni 2015), Prima di andare (La Vita Felice, 2016). Per la narrativa: Non camminare scalzo (Edilet Edilazio Letteraria, 2011); L’amore casomai – racconti in prosa poetica (la Vita Felice, 2018). 
Per la letteratura per l’infanzia: La principessa con i baffi, fiabe(Scuderi Edizioni, 2015); Cantami una filastrocca, quaderno operativo per la Scuola dell’Infanzia (RPlibri, 2018);  La favola dell’Abete, storia per la magia del Natale (RPlibri 2018); La vecchina brutta e cattiva (RPLibri, 2019)
È stata tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in spagnolo, in catalano, in georgiano, in napoletano. A ottobre 2019 la recente pubblicazione di poesia La venatura della viola (Ladolfi Editore).



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