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Niccolò Furri

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Niccolò Furri, poeta totalmente inedito, ha nel cassetto Senza un buon prodotto o (colonnine infami),un’opera davvero interessante che, liberando la parola al suo destino provvisorio, ce la consegna infettata da alcuni dei presenti più sgradevoli (il sistema bancario predatore, fra gli altri), così che precarietà semantica e instabilità morale diventino tutt’uno. Il lavoro del poeta in questo inedito consiste nel costruire un collage ricavato da innumerevoli fonti (dai bugiardini medici a Rimbaud, dalle informazioni pubblicitarie a Foucault) mettendo in conflitto anziutto la struttura – organizzata verticalmente come uno scontrino o il cippo manzoniano – con il messaggio, per dare forma a un tessuto sconnesso, nevrotico, nato tuttavia, fra le altre, dalla comunicazione persuasiva e apparentemente senza crepe delle agenzie finanziarie. La composizione-scomposizione dei piani, in principio di natura economico-persuasiva, si complica con tasselli di guerriglia urbana e schegge semantiche care a Nanni Balestrini. Direi anzi che Furri è tra i migliori allievi del novissimo, presentando una poesia engagèe, dove la voce narrante schiva il facile ideologismo e rinuncia a farsi riflessione, preferendo montare il molteplice mass-mediale sporcato dalle lingue tecniche legate alla moneta e allo scambio: l’effetto è dirompente, nella misura in cui ci dà l’intreccio imprendibile della comunicazione del potere, con le sue sottigliezze retoriche e la sua violenza implicita. La pestifera colonna manzoniana diventa “colonnina”, ma testimonia ugualmente dell’infamia del grande capitale, che ci tiene alla gogna con il consumo forzoso e l’idea che il capitalismo sia un processo naturale, l’unico praticabile oggi. Furri non crede nemmeno alla possibilità di rivoltare il sistema, di cambiarlo in meglio. Come un personaggio beckettiano, lecca invece una strada disseminata di scorie, ne mostra gli effetti sulla propria lingua dopo il mancato tentativo di digerirle. Urge editore.


nella rete

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pre attenzione parcheggi
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Niccolò Furriè nato a Negrar (VR) il 02/02/1981. Precario, ha compiuto studi più o meno regolari tra Bologna e Verona. Una manciata di suoi testi sono apparsi, sotto mentite spoglie, sulla rivista “Argo” e sul foglio di scrittura “Pagina/13”. Selezionato per l'antologia “Registro di poesia #6” di prossima pubblicazione per le Edizioni d'if e segnalato alla XXVII edizione del Premio Montano, è autore del blog il mattatojo n°5 e ha curato, assieme a Le Nevralgie Costanti, la fanzine autoprodotta “Corpus emeticum”.




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