Silvia Comoglio, vincitrice della XXIX edizione del premio "Lorenzo Montano" (Anterem) per la sezione raccolta inedita, mi scrive questa bella nota sull'ultimo mio lavoro poetico, Ciao cari (La Vita Felice, 2016):
"Il mondo visto da dentro e il mondo visto da fuori, così a me sembra, convergono eticamente ed esteticamente in una parola che sa accendere e governare la nuda altezza e la nuda crudezza di canto e controcanto, di un parlato che, realmente e, oserei dire, fisicamente, congiunge vita e morte. Quell’attimo temporale, che è vita in frammento o squarcio, e che tu percepisci e fermi in modo personalissimo in una parola oggetto o dettaglio, riassume in sé tutto l’esistente e ne rivela il respiro, un respiro sempre tangibile anche quando appartiene al passato, e che per questo, per questa sua tangibilità che oltrepassa i confini del tempo, sa farsi cosmico. Questa “cosmicità” di cui ho parlato non è però la sola cosa che succede, che io sento succedere. Il respiro, questo respiro del singolo frammento di vita, è, direi, premessa dell’universale, e aprirsi all’universale è aprirsi alla libertà di scandagliare i nostri orizzonti, di seguirli e declinarli nei loro molteplici piani e registri, ed è libertà di concepirsi e concepire una vita anche se e quando di questa vita si dice: “è stata”.
Ciao cariè un libro autentico e trasparente, un libro che accoglie destini e si fa esso stesso destino, il nostro, dell’umanità".
Grazie!